il "fiat"
Faccio proponimento di non mostrare nessun turbamento se mi vengono ad interrompere mentre lavoro.
Di rispondere sempre amabilmente a tutti.
D’attendere con pazienza la fine di una conversazione noiosa, riprendendo con calma l’occupazione o preghiera ch’erano state interrotte.
D’accogliere compiacente una richiesta importuna, una visita stancante, facendo con buona grazia il piacere richiesto.
Per ringraziare sinceramente per qualunque gioia trascuratami.
E Fiat ancora quando vedo travisate le mie parole, misconosciute le mie intenzioni.
Per ogni sorriso beffardo, per ogni accoglienza glaciale, per ogni fredda repulsa, per tutte le frasi aspre od ingiuste, per l’altrui indelicata condotta, per quell’aria annoiata che si legge sul volto di chi mi sta d’intorno, per le compagnie spiacevoli, per tutto, Signore, Fiat!
Se qualche persona non mi serve a dovere e di mala voglia, ringraziarla in espiazione d’aver così male servito il Signore!
Se una dimenticanza mi fa stizzire, accettarla con amore pensando quanto io stessa ho dimenticato il Signore.
Se cercherò d’essere umile con gli altri e fare un piacere... Dio cercherà di farmi felice. Se una tal cosa mi fa aspettare, avere pazienza: il Signore ha aspettato tanto per me.
Se potrò dare un buon consiglio, Dio mi ricompenserà con buon pensiero.
Se saprò scusare i difetti del prossimo... Dio scuserà i miei. Se nasconderò un dispiacere, Egli dimenticherà i miei falli. Se riuscirò a sorridere per qualunque cosa mi rincresca... Dio mi sorriderà.
Se tollererò un’offesa... Dio perdonerà quelle che ho fatto a Lui!
Se sopporterò una repulsa, Egli sarà clemente con me.
La sera voglio potervi dire:
O mio Dio, trattatemi come io ho trattato oggi il mio prossimo.