"Le sue mani siano benedette"
Alla mattina prego Dio che mi faccia fare il medico da buon cristiano, che mi dia quella marcia in più che deve distinguere il credente in una professione così delicata. Ci vuole proprio un supplemento di fede, e quindi di preghiera, nell’adempiere un lavoro che si configura come una missione, e che, oltre alla necessaria conoscenza del sapere scientifico medico per curare adeguatamente, richiede una sensibilità ed una umanità profonde e durature.
Corpi malati – a volte compromessi, prossimi alla morte -, anime spezzate da brutte notizie improvvise, vite stravolte dalla malattia propria o del proprio caro. Questo spesso ci presenta il lavoro quotidiano. Eppure il rischio di spogliare la persona malata della sua umanità provata dalla sofferenza - per esempio pensando a tal paziente come al letto 23 con il tumore all’ultimo stadio – c’è. Giunge, quindi, come una rinnovata presa di coscienza la celebrazione annuale per Medici e Infermieri dell’Ospedale che ci propongono le Suore di san Francesco di Sales, in memoria della Beata Liduina Meneguzzi, celebrata il 16 Febbraio ( il 19 Febbraio del 1937 la Beata Liduina infatti Iniziava il corso di Infermiera per poi partire per l’Etiopia ). Suor Liduina era una collega, direi: infermiera in Africa Orientale Italiana durante la Seconda Guerra Mondiale, morta per una malattia incurabile nel 1942. Si racconta che al chirurgo che la operò disse: “Le sue mani saranno benedette”. Quanto questa frase colpisce me in particolare, che sono chirurgo! E quanto significativo è stato il gesto, alla fine della celebrazione, dell’unzione con l’olio santo delle mani di tutti i professionisti della sanità presenti alla Santa Messa. Le mani: strumento di redenzione delle persone colpite dalla malattia e di realizzazione della propria santità. Che siano le mani del chirurgo, o quelle dell’infermiera, o quelle del portantino poco importa: ogni gesto compiuto non solo per lavoro, ma anche per amore, assume un valor più grande e avvicina chi lo fa e chi lo riceve a Dio. L’esempio di suor Liduina, quindi, come quello di padre Damiano di Molokai o di Madre Teresa – citati da padre Giuseppe, che ha presieduto l’Eucarestia – ci invita fortemente a ricordarci che per curare le sorelle e i fratelli è necessaria innanzitutto la carità, prima della scienza.
Enrico Lodo